Psicoterapia Strategica Integrata ad orientamento neuroscientifico

Tale approccio integra le caratteristiche della psicoterapia strategica con le più moderne scoperte in ambito neuroscientifico (neuroni specchio, intersoggettività e “riscoperta” dell’empatia, sinergismo relazionale) e le correlate conoscenze epigenetiche.

Nasce e si sviluppa dai contributi di Milton Erikson (1979, 1988) che ha sviluppato un modello di tecnica psicoterapeutica con concezioni e pratiche innovative nel campo della suggestione e dell’ipnosi. Attraverso il linguaggio suggestivo ed ipnotico il terapeuta ridefinisce le interpretazioni del paziente (tecnica rieducativa) che diventano funzionali alla sua esistenza.

Nell approccio strategico il terapeuta si adatta al paziente, alle sue modalità comunicative ed alle sue caratteristiche e l’unico elemento comune è l’utilizzo di strategie di ristrutturazione, prescrizioni comportamentali, e paradossi che conducono i pazienti a percepire in modo diverso se stessi, gli altri e l’ambiente che vivono, lo stesso contesto in cui il sintomo permane ed è alimentato dalle tentate soluzioni.

Il terapeuta, per raggiungere questo obiettivo, mira ad individuare le tentate soluzioni quali l’insieme di azioni personali, pensieri soggettivi, dinamiche relazionali che il paziente mette in atto per superare il problema così da raggirarle ed affrontare il tutto da un’altra angolazione.

La psicoterapia strategica mira all’assunto paradossale di rivolgere il sintomo contro se stesso.
La de-strutturazione del sintomo attraverso prescrizioni comportamentali e suggestioni e la sua ri-strutturazione permette ai pazienti di utilizzare esperienze emozionali correttive in grado di far assumere un significato diverso e funzionale alla sofferenza vissuta.

In pratica si aiuta il paziente ad aiutarsi.